L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto ancora una volta il suo giudizio su Seat Pagine Gialle, che qualche giorno fa ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto ancora una volta il suo giudizio su Seat Pagine Gialle, che qualche giorno fa ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo dopo aver preso atto dell’insostenibilità della propria situazione finanziaria e dell’incapacità di far fronte ai propri impegni sul debito, nonostante la ristrutturazione effettuata lo scorso anno. Standard & Poor’s ha abbassato il rating di lungo termine di Seat Pagine Gialle a “Dâ€, ovvero default. Secondo l’agenzia lo società delle directories è in uno stato di bancarotta.
In borsa il titolo Seat PG è ormai sulle montagne russe. Ieri il titolo è rimbalzato con decisione dopo il tracollo avvenuto nei giorni precedenti, a partire da quando era stata annunciata la sospensione del pagamento degli interessi sul debito. Ieri le azioni Seat Pagine Gialle hanno chiuso con un balzo del 61,54% a 0,0021 euro, ma dal 30 gennaio al 6 febbraio il titolo aveva perso il 115% del proprio valore.
Il merito di credito di Seat PG è stato abbassato anche da Moody’s, che però ha preferito essere meno drastica di S&P. Infatti, Moody’s ha tagliato il rating a “Ca†da “Caa3â€, ovvero il penultimo livello prima del giudizio default. Nel frattempo è arrivata una comunicazione della Consob sulle partecipazioni rilevanti nel capitale della società . Dopo Sothic Capital, anche Anchorage ha azzerato la sua quota.
L’hedge fund aveva venduto quasi tutte le azioni il 29 gennaio, ovvero il giorno in cui Seat annunciò di non pagare la cedola. Il fondo era diventato il principale azionista di Seat con il 17,16%, dopo la ristrutturazione del debito dello scorso anno. Solo in quella seduta aveva venduto più del 7%. La restante quota è stata liquidata quattro giorni fa.