Moleskine sarà prima matricola di Piazza Affari nel 2013

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Moleskine, azienda italiana dei taccuini resi famosi da Bruce Chatwin ed Ernst Hemingway, ha ottenuto il primo via libera alla quotazione in borsa

Moleskine, azienda italiana dei taccuini resi famosi da Bruce Chatwin ed Ernst Hemingway, ha ottenuto il primo via libera alla quotazione in borsa. L’Ipo Moleskine era stata programmata qualche mese fa per essere finalizzata entro fine 2012, ma alla fine è slittata di qualche mese. Moleskine dovrebbe essere la prima matricola a Piazza Affari nel 2013, ma anche l’Ipo in grado di rilanciare finalmente gli approdi in borsa delle small & mid cap dopo qualche anno di magra. Infatti, tra il 2010 e il 2012 è avvenuta una sola quotazione all’anno.

Tuttavia, gli addetti ai lavori invitano alla cautela, visto che in precedenza già due big come Moncler e Rhiag avevano deciso di fare marcia indietro non quotandosi più in borsa. Ad ogni modo ieri Borsa Italiana ha rilasciato il proprio giudizio di ammissibilità in borsa per Moleskine, emettendo un provvedimento ad hoc. Ciò vuol dire che l’azienda dei taccuini ha tutte le carte in regole per sbarcare in borsa.

â–º MOLESKINE PIACE AI FONDI DI PRIVATE EQUITY AMERICANI

Ora avrà tempo 12 mesi per finalizzare l’operazione. L’ammissione a Piazza Affari è subordinata al deposito del documento di registrazione presso la Consob. Poi per procedere con la quotazione a Piazza Affari, Moleskine dovrà presentare la domanda di ammissione e successivamente il documento ufficiale (ovvero il prospetto informativo alla Consob). La società milanese è controllata dai fondi Syntegra Capitale (67,7%) e Index Ventures (15,2%).

â–º MOLESKINE SBARCA IN BORSA A FINE 2012

Francesco Franceschi, storico fondatore, ha in mano il 10,6%, mentre il management controlla il 6,5%. Nel 2011 l’azienda ha fatturato 66 milioni di euro, che in realtà sarebbero 250 milioni se si considera il fatturato nei termini di valore per i rivenditori. Il primo mercato dell’azienda sono gli USA (30%), poi Italia e Germania (14%) e Ingilterra (10%). Ottima la redditività, visto che l’ebitda 2011 era al 50% circa intorno ai 30 milioni di euro.

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