Il primo trimestre del 2013 si è chiuso in rosso per la borsa di Milano, che ha realizzato finora una perdita del 6%. Dopo un ottimo avvio (gennaio chiuso con un +7%), l’indice FTSE MIB si è progressivamente spento
Il primo trimestre del 2013 si è chiuso in rosso per la borsa di Milano, che ha realizzato finora una perdita del 6%. Dopo un ottimo avvio (gennaio chiuso con un +7%), l’indice FTSE MIB si è progressivamente spento a causa del riacutizzarsi delle tensioni nell’area euro, per le incertezze legate allo scenario politico, l’ampliamento dello spread e la debolezza dell’economia domestica. La retromarcia dei titoli bancari ha pesato molto sull’andamento del principale indice di borsa italiana, ma anche gli scandali per truffe e corruzione legati a Mps, Saipem e Finmeccanica.
Da un punto di vista tecnico, l’indice FTSE MIB è già stato respinto poco prima della fondamentale resistenza di 18mila punti. Nel breve termine potrebbe esserci una nuova fase di debolezza per l’indice, soprattutto se dovesse cedere il supporto di area 15.000 – 14.800 punti. Sarebbe un quadro molto negativo, che potrebbe far ripiombare le quotazioni in area 12.300 con un nuovo test dei minimi di sempre toccati nel luglio scorso.
Il segnale short sotto 15mila punti potrebbe essere affiancato da una preoccupante risalita dello spread, che farebbe aumentare la tensione sui titoli di stato italiani. Ieri spread Btp-Bund tocca massimi novembre 2012 a 360 punti base e questo è un campanello d’allarme per i titoli italiani. Tuttavia, Btp da comprare secondo Goldman Sachs, soprattutto dopo le recenti fiammate al rialzo del differenziale.
Il secondo trimestre potrebbe, dunque, proseguire sulla falsariga di quanto accaduto già nei primi tre mesi dell’anno dopo che nel 2012 la borsa di Milano era risucito a chiudere in territorio positivo, grazie a un forte rally dei corsi azionari iniziato sul finire di luglio. Piazza Affari resta una delle borse più sottovalutate al mondo, ma la crisi potrebbe durare ancora per molto tempo.