A meno di dieci giorni dalla decisiva assemblea degli azionisti Impregilo, l’imprenditore di Tortona scende in campo nella partita Impregilo alzando finalmente il velo sul proprio piano industriale
A meno di dieci giorni dalla decisiva assemblea degli azionisti Impregilo, che deciderà il destino del general contractor italiano conteso da Salini e Gavio (entrambi con una quota intorno al 29,9%), l’imprenditore di Tortona scende in campo nella partita Impregilo alzando finalmente il velo sul proprio piano industriale per ottenere l’apprezzamento del 40% del flottante ancora in circolazione sul mercato. Terminato il road show nelle principali piazze finanziarie, come New York e Londra, Gavio ha intenzione di puntare sue due carte per ottenere definitivamente il controllo dell’azienda di costruzioni.
Il primo obiettivo è il buyback sulle azioni Impregilo, fino al 20%, che viene ritenuto il modo più democratico per remunerare il mercato. L’ultima idea è invece quella di un dividendo straordinario (post-riacquisto). Gavio comunque non ha intenzione di lanciare un’Opa su Impregilo, nemmeno se dovesse perdere tra qualche giorno in assemblea.
Nell’ambito del piano industriale Gavio, che possiede il 29,9% di Impregilo attraverso la holding Astm, ha dichiarato più volte di voler puntare su un business model ibrido, basato sul settore delle costruzioni e delle concessioni. Una scelta che non piace affatto a Salini, che vorrebbe invece creare un grande gruppo delle costruzioni attraverso l’ingreazione con la società romana che porta il suo nome.
Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Astm, ha dichiarato che “Impregilo è il più grande gruppo di costruzioni in Italia ma è piccolo rispetto ai suoi concorrenti in Europaâ€. Il general contractor italiano ha un giro d’affari di dieci-venti volte inferiore ai competitor francesi e spagnoli, come Eiffage, Vinci o Strabag, per cui è necessario mantenere il doppio binario costruzioni-concessioni.