La famiglia De’Longhi ha deciso di collocare una quota dell’8% sul mercato, allentando così la posizione di controllo nel gruppo industriale trevigiano che continua a dimostrarsi immune alla crisi economica
La famiglia De’Longhi ha deciso di collocare una quota dell’8% sul mercato, allentando così la posizione di controllo nel gruppo industriale trevigiano che continua a dimostrarsi immune alla crisi economica. La maggioranza delle azioni resta sempre in mano alla famiglia De’Longhi, tra Giuseppe (attuale presidente), Fabio (vice-presidente e amministratore delegato) e la holding lussemburghese, che però ora cotrollerà il 67% dalla precedente quota del 75%. Ieri le azioni De’Longhi, quotate a Piazza Affari ccon il ticker “DLGâ€, hanno chiuso la seduta con un rialzo dello 0,57% a 10,5 euro.
L’operazione è stata comunicata ai mercati soltanto dopo la chiusura ufficiale della borsa, per cui stamattina è prevista una grande attività sui titoli della società . Nella nota diffusa dalla cassaforte lussemburghese De’Longhi Soparfa Sa si legge che saranno vendute al massimo 11,96 milioni di azioni attraverso il meccanismo noto come accelerated book built riservato agli investitori istituzionali.
La società conta di concludere la transazione in pochi giorni, ma si è riservato il diritto di chiudere il book in qualsiasi momento. Considerando la chiusura di borsa di ieri, che equivale ad una capitalizzazione di mercato pari a 1,57 miliardi di euro, la quota dell’8% che sarà collocata da stamattina avrà un valore di 125,6 milioni ddi euro. L’operazione di vendita sarà gestita da Bank of America Merrill Lynch, advisor preferito dalla società veneta per mettere a punto operazioni strategiche.
Non a caso BofA Merrill Lynch ha già seguito operazioni come il private placement da 85 milioni di dollari, coadiuvata da Intesa SanPaolo, lo spin-off di DeLclima insieme a Mediobanca e l’acquisizione del marchio Braun. Al 30 settembre la società ha visto crescere il giro d’affari dell’8,3% a 988,8 milioni di euro, il margine operativo lordo dell’11,5% a 138,3 milioni di euro e l’utile netto del 12% a 63,6 milioni di euro. Lo scorso 17 aprile il titolo De’Longhi ha toccato un massimo storico a 10,91 euro.