In Europa oggi era prevista la pubblicazione dei CPI di marzo in Spagna e Germania.  Fin dai primi dati dei singoli stati tedeschi si è capito che il dato complessivo avrebbe sorpreso al ribasso, cosa che poi ha fatto (0.3% da prec 0.5% vs attese per 0.4%).
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La Spagna poi ha mostrato addirittura un decremento anno su anno (-0.2% da prec 0.0 e vs attese di stabilità ) spiega Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. Il mercato ha messo insieme questi outcome con i discorsi di Weidmann e C. di martedi scorso e ha fatto 2 + 2: le probabilità di un azione giovedi prossimo sono ulteriormente salite.
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Cosi’ l’ € ha perso immediatamente mezza figura, e gli indici equity e i bond core e periferici hanno ripreso a salire con forza.  Spettacolare la performance mattutina dei BTP, che hanno fatto segnare il minimo di rendimento (3.26%) mezz’ora prima di un asta da 10 miliardi complessivi. Successivamente la carta italiana ha perso un po’ di smalto a causa di una bassa richiesta di decennale, e della contestuale perdita di momentum di bund e treasury, che su questi livelli cominciano ad accusare un po’ di stanchezza, quando il risk appetite è esuberante come oggi.
Complice una Wall Street un po’ più collaborativa, gli indici europei hanno chiuso sui massimi, nel caso del S&PMIB niente meno che da maggio 2011. Stabile lo spread in area 175.  Priva del supporto europeo, Wall Street sta ritracciando qualcosa. Ma lo stato di ipervenduto di breve di tecnologici e small cap, che hanno guidato il ribasso dovrebbe impedire il sesto calo su otto sedute.
I cambi continuano a rivelarsi il comparto più diffidente nei confronti della retorica ECB: l’€ ha recuperato in giornata quanto perso all’uscita dei dati inflattivi. Speriamo che, in questo caso, sbaglino.