Un'altra giornata nera per i mercati.
Il giorno dopo il “lunedì nero”, che ha fatto rivivere a Piazza Affari un clima che non si vedeva dalla calda estate del 2011 (quando si determinarono le condizioni per cui il governo Berlusconi fu costretto a cedere il passo ai tecnici di Monti), i listini Ue partono nuovamente in rosso, ma si riprendono leggermente grazie alle nuove trattative tra i creditori e Atene.
L’incertezza regna sovrana e la fredda reazione di Angela Merkel ri-complica il piano: a Milano, il Ftse Mib brucia il guadagno del primo pomeriggio e chiude in rosso dello 0,48%, dopo il -5% della vigilia. Pesanti le altre Borse europee: Parigi arretra dell’1,63%,Francoforte dell’1,25%, Londra dell’1,5%. Prove di rimbalzo, invece, per Wall Street: quando chiudono i mercati europei, il Dow Jones sale dello 0,2% come l’S&P500, mentre il Nasdaq aggiunge lo 0,5%.
Sul fronte obbligazionario, dove opera la Bce attraverso il programma d’acquisto di titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund tedeschi, il differenziale tra i due rendimenti, è in calo in area 155 punti base. Il decennale italiano esprime un rendimento del 2,31% sul mercato secondario, ai livelli dello scorso novembre. Le tensioni si sono viste comunque nella prima asta di Btp a 5 e 10 anni dopo l’annuncio del referendum in Grecia: il Tesoro ha venduto 1,5 miliardi di euro di Btp quinquennali con tassi in salita all’1,25% da 0,85% dell’asta di maggio e 2,881 miliardi di Btp decennali con un rendimento in crescita al 2,35% dall’1,83%. Poco mosso anche l’euro verso il dollaro: la moneta unica chiude a 1,1133 dollari, dopo aver oscillato tra 1,1243 e 1,1111 dollari. Oltre l’1% anche il rendimento del Cct-eu a sette anni che si colloca all’1,08% rispetto allo 0,8% del precedente collocamento. Nonostante questa turbolenza, “il rendimento medio ponderato per le quantità dei Btp nominali collocati nel 2015 è pari a 1,17%, in netto calo rispetto al 2,15% medio sulle aste dello scorso anno”, annota Chiara Manenti di Intesa Sanpaolo.