Il dollaro prende atto della posizione ancora accomodante e tratta al ribasso. I listini europei chiudono deboli, così come l'Asia e in assenza di input particolarmente rilevanti da parte di Wall Street.
L’approccio della Fed nei confronti del rialzo dei tassi di interesse è ancora una volta ‘Dovish’. In altri termini, il direttorio di Washington continua a predicare cautela.
Il dollaro prende atto della posizione ancora accomodante e tratta al ribasso. I listini europei chiudono deboli, così come l’Asia e in assenza di input particolarmente rilevanti da parte di Wall Street: Milano è la peggiore e lascia per strada il 2,02%, Parigi lima lo 0,59%, Francoforte lo 0,43% e Londra lo 0,44%. Contrastata Wall Street: quando i mercati europei chiudono, il Dow Jones cede lo 0,4% e il Nasdaq è invariato. A fine giornata il Dow Jones cede lo 0,09% a 18.456,35 punti, il Nasdaq è in rialzo dello 0,30% a 5.154,98 punti. Positivo anche lo S&P che guadagna lo 0,16% a 2.170,06 punti.
A Piazza Affari giornata negativa per le banche: il titolo caldo resta Mps, in controtendenza rispetto al comparto del credito, e giunto ormai alla vigilia della pubblicazione degli stress test da parte dell’Eba e alla stretta finale per approvare la vendita di 10 miliardi di sofferenze e un aumento di capitale che potrebbe arrivare a 5 miliardi. Svolta in Acea, con i francesi di Suez proiettati verso il primo posto tra gli azionisti privati al posto di Caltagirone, dal quale rilevano un pacchetto di titoli. Da segnalare anche la rivoluzione nella catena di controllo di Moncler, con due nuovi soci internazionali, mentre Saipem è coperta dalle vendite dopo la revisione al ribasso delle stime per il 2016. Ancora scintille intorno a Rcs, con i soci storici che hanno fatto ricorso al Tar contro la decisione Conob di non sospendere l’Opas di Cairo.