E’ un “lunedì nero†per Piazza Affari. Dopo la sonora batosta di venerdì, quando lo spread Btp-Bund aveva raggiunto quota 500 e l’indice FTSE MIB era crollato del 4,4% circa, non si fermano le vendite sul sistema-Italia
E’ un “lunedì nero†per Piazza Affari. Dopo la sonora batosta di venerdì, quando lo spread Btp-Bund aveva raggiunto quota 500 e l’indice FTSE MIB era crollato del 4,4% circa, non si fermano le vendite sul sistema-Italia. Dopo circa tre ore di contrattazioni nel vecchio continente, l’indice azionario italiano FTSE MIB perde più del 5% a 12.400 punti, aggiornando così i minimi storici. Clamoroso tracollo del settore bancario italiano, guidato da Intesa SanPaolo che perde il 9% del proprio valore.
Intanto, secondi i dati diffusi da Eurostat, nel primo trimestre 2012 il debito pubblico italiano ha raggiunto il 123,3% del prodotto interno lordo. Si tratta di un vero e proprio record, secondo solo alla Grecia che ha un rapporto debito/pil del 132,4%. Per l’Italia il nuovo rapporto debito/pil è il più alto dal 1995, quando raggiunse il 102,9%. A fine 2011 il rapporto era fermo al 120,1%.
In aumento anche il rapporto debito/pil dell’intera zona euro all’88,2% dal precedente 87,3%. La speculazione sembra ormai aver puntato il dito contro l’Italia, contagiata dalla Spagna e seriamente a rischio nel breve periodo. Lo spread Btp-Bund si muove in area 520 punti base, mentre resta sui massimi di sempre lo spread spagnolo poco sopra 630 punti base. A Piazza Affari le vendite stanno mettendo in ginocchio i titoli finanziari, in particolare le banche.
Il titolo Intesa SanPaolo resta il peggiore del paniere FTSE MIB, seguono Banca Mps (-8%), Banco Popolare e Mediolanum (-7,5%). Pesanti perdite anche per Banca Popolare di Milano, in calo del 6,7%. Il titolo Unicredit perde il 5,75%. Non ci sono titoli positivi sull’indice FTSE MIB.