La convinzione di alcuni analisti, secondo cui molto presto la Borsa più grande al mondo non sarà più Wall Street ma Shanghai, sembra stia..
Dopo Prada, che nei giorni scorsi ha ipotizzato un sbarco alla Borsa di Shanghai, oggi è la volta di Ima, azienda leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti.
Ieri, infatti, il numero di Ima, Alberto Vacchi, ha incontrato a Villa Madama il premier cinese Wen Jiabao, insieme al premier Silvio Berlusconi. Durante l’incontro le parti hanno firmato l’accordo di cooperazione tra Ima, China Development Bank Securities e Fondo Mandarin, dopo che la Crsc ha dato il via libera all’ipotesi di una quotazione del colosso bolognese alla borsa cinese.
Per ora si tratta solo di un’ipotesi in relazione alla quale non sono state neanche fornite date certe, tuttavia secondo gli esperti è come se Ima fosse già a Shanghai. Per convincersene basta guardare il giro d’affari che l’azienda bolognese ha in quel paese: gli apparecchi meccanici hanno prodotto un giro d’affari da 74.601.938 di euro, i prodotti delle attività per il trattamento dei rifiuti si attestano a 10.812.949 euro, gli articoli in gomma e le materie plastiche sono arrivati a 3.669.77, i computer, apparecchi elettronici a 4.382.623 di euro e i mezzi di trasporto a 7.494.693 euro.