Addirittura nel primo mattino l’indice principale giapponese era sceso sotto quota 9 mila punti per la prima volta dal maggio scorso.
Addirittura nel primo mattino l’indice principale giapponese era sceso sotto quota 9 mila punti per la prima volta dal maggio scorso.
Le aziende giapponesi hanno messo alla base delle prossime previsioni finanziare proprio l’indebolimento della moneta nazionale.
A seguito di questi dati le società esportatrici del paese del Sol Levante, tra cui per esempio Panasonic, sono state messe sotto pressione. Ne ha subito le conseguenze anche Toyota, indipendentemente dalla presentazione della nuova auto ibrida Prius, che secondo la casa giapponese avrebbe già raggiunto quota 80 mila ordini solo in Giappone.
Altro fattore da tenere d’occhio in Giappone è la recente influenza che ha già colpito 130 persone. La casa giapponese Chugai (affiliata di Roche) è stata sommersa di ordini di Tamiflu. Dovrebbero trarne benefici le case farmaceutiche, ed invece non è stato così.
Tuttavia gli investitori, a causa degli effetti che potrebbe avere l’influenza sull’economia globale, hanno proseguito ad operare, in seguito ai risultati di scorsa settimana del Nikkei che ha toccato i punti massimi da sei mesi a questa parte aiutato soprattutto dai risultati negativi di Wall Street.
Per la giornata di oggi Moody’s ha indetto una conferenza stampa che riguarderà i bond giapponesi, fatto che da alcuni all’interno del settore è stato interpretato come la possibile mossa che potrebbe far abbassare il rating del debito sovrano di Tokio.
Comments (1)