Anche l'istituto risente del difficile periodo del comparto bancario. Ma i conti sono in linea con le stime. L'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha commentato i dati mettendo in luce gli obiettivi. Il piano strategico di Unicredit procede secondo prassi. Al punto che sono già tangibili sia i risultati legati alla riduzione dei costi, sia quelli collegati alla trasformazione digitale della banca.
Il primo periodo dell’anno viene mandato in archivio con un utile netto pari 406 milioni da Unicredit. Ciò si traduce in un calo del 20,8% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il dato è tuttavia superiore alla stima del consensus elaborato dagli analisti, pari a 379 milioni. Il totale dei ricavi è calato del 4,7% – in confronto al primo trimestre del 2015 – a 5,48 miliardi, con interessi netti a 2,9 miliardi (-2,9%) e commissioni nette a 1,9 miliardi (-3,4%). In netta diminuzione, in confronto a dodici mesi fa, anche i guadagni da negoziazione, scesi del 41,5%. Il margine operativo netto è salito a 1,4 miliardi, in crescita del 44% in confronto al trimestre precedente tuttavia in questo caso in aumento anche rispetto ad un anno fa (+5,9%)
In calo del 3,7% a 3,3 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income cresciuto e attestatosi al 60,1%. Riguardo alla solidità patrimoniale, dopo i primi tre mesi del 2016 il coefficiente Cet1 fully loaded è apparso pari al 10,85%, in calo di 9 punti base se rapportato alla fine dello scorso anno ma in miglioramento di 75 punti base se raffrontato al marzo del 2015.
Nel trimestre sono calate del 22,9% annuo le rettifiche su crediti, a 755 milioni; i crediti deteriorati netti sono in ulteriore caduta (-7,1% anno su anno). Dal canto loro le sofferenze bancarie nette crescono leggermente, a 20,2 miliardi, con un miglioramento del tasso di copertura (a 61,2%). Il rapporto tra sofferenze nette e crediti netti si mantiene intorno al 4,2%.
L’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha commentato i dati mettendo in luce gli obiettivi. Il piano strategico di Unicredit procede secondo prassi. Al punto che sono già tangibili sia i risultati legati alla riduzione dei costi, sia quelli collegati alla trasformazione digitale della banca.