L'attività di trading giova a Rocca Salimbeni.
Sicuramente è il simbolo italiano delle sofferenze bancarie. La banca più impreparata dinanzi agli stress test imposti dalla Bce. Ma ora, finalmente, Mps può festeggiare il ritorno all’utile.
Gli analisti evidenziano come il risultato, ben superiore alle previsioni, sia dovuto principalmente all’attività di trading aggiungendo che, se indicazioni positive sono arrivate sul fronte del margine di interesse e delle commissioni, restano i timori sui crediti dubbi e sui coefficienti patrimoniali (-60 punti base trimestre su trimestre). Per il 2015, Mps stima di chiudere l’anno con un utile netto positivo e un utile pre provision tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro.
Il gruppo senese ha anche fatto l’update dei target di piano stimando un utile di 880 milioni al 2018 (prima era atteso nel 2017 questo risultato). Sui risparmi si è concentrato anche l’ad Fabrizio Viola, ricordando che la banca ha già chiuso 550 filiali “prima dei tempi previsti e nel piano prevediamo la chiusura di altre 350 filiali. Vogliamo lavorare con meno filiali e nel 2018, tra quelle già chiuse e quelle da chiudere, avremo qualcosa come 900 filiali in meno; saremo una delle banche più snelle e leggere del sistema bancario italiano”. A fine piano, ha spiegato il management di Mps, le filiali previste saranno circa 1.800.
Altro tema scottante è quello dell’incremento di capitale da 3 miliardi imposto dalla Bce dopo gli stress test. “Avvieremo l’aumento di capitale non appena riceviamo l’ok della Bce”, ha detto Viola. “Ci aspettiamo che l’autorzzazione sia imminente e se la riceviamo entro questa settimana partiremo con l’aumento entro il 28 maggio; quindi l’offerta si chiuderà prima che il Tesoro riceverà la sua quota, il 1 luglio”. Viola ha chiarito: “Il Tesoro riceverà tante azioni che, in occasione del bilancio abbiamo esemplificato in un 4%, sarà poco più o poco meno; ma il Tesoro non pareciperà all’emissione dei diritti, le azioni saranno consegnate al Tesoro dopo la conclusione dell’aumento di capitale”.
Tra le pieghe dei conti torna in auge anche il passato del Monte: Mps valuta l’attuale valore di mercato dell’esposizione verso Nomura, per la ristrutturazione del derivato Alexandria pari a una perdita di 300 milioni. Lo ha indicato il cfo Bernardo Mingrone, nel corso della conference call con gli analisti.