Siena si lascia alle spalle la maxi-perdita dello scorso anno.
Monte dei Paschi è tornata nuovamente in utile durante i nove mesi a seguito della maxi perdita di 1,1 miliardi fatta registrare durante lo stesso periodo dello scorso anno.
Nel solo terzo trimestre, tuttavia, la banca senese ha registrato una perdita netta di 109 milioni, inferiore rispetto alla stima del consenso (120 milioni), sulla quale hanno principalmente inciso i costi legati alla chiusura anticipata del derivato Alexandria (-88 milioni).
A livello di ricavi la banca nel terzo trimestre è stata in linea con le attese. I ricavi totali sono calati a 957,5 milioni (1,186 miliardi nel terzo trimestre 2014), tra i quali il margine d’interesse è leggermente sceso a 568,5 milioni (581 milioni) compensato da un aumento delle commissioni nette a 431,2 milioni (421,5 milioni). I costi operativi, pari a 656,3 milioni sono stati inferiori alle attese del consenso (661 milioni).
“I risultati nel terzo trimestre sono stati impattati dalla chiusura dell’operazione Alexandria. Questo è l’elemento più importante del trimestre”, ha dichiarato l’ad del gruppo, Fabrizio Viola, rimarcando come l’operazione debba essere vista positivamente dal momento che consente alla banca di ridurre il rischio dello stato patrimoniale.
Nel progressivo da inizio anno, tuttavia, i numeri mostrano un miglioramento significativo dell’attività bancaria rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il margine di interesse è aumentato da 1,74 a 1,522 miliardi (+12,1%), le commissioni nette da 1,358 a 1,292 miliardi (+5,1%) per ricavi totali cresciuti da 3,384 a 3,122 miliardi . Anche il risultato operativo lordo è salito da 1,102 a 1,417 miliardi. Nel periodo, il gruppo ha anche ridotto gli accantonamenti per rischi e oneri da 119,3 a 59,9 miliardi.
Sul margine di interesse ha influito positivamente la rideterminazione del valore di rimborso dei nuovi strumenti finanziari, al netto della quale il dato mostrerebbe comunque una crescita del 2,4%, mentre le commissioni hanno beneficiato dell’aumento dei proventi derivanti dalla gestione del risparmio.