Il gruppo di credito milanese ha fatto registrare nei nove mesi un utile netto in crescita del 18% a 466 milioni, con ricavi in aumento del 19% a 1.516 milioni.
Mentre il management ragiona sulle partecipazioni che restano, confermando la volontà di cedere il 3% di Generali, magari in cambio di asset bancari, Mediobanca comunica i risultati del primo bilancio. Oltre ogni aspettativa.
Il gruppo di credito milanese ha fatto registrare nei nove mesi un utile netto in crescita del 18% a 466 milioni, con ricavi in aumento del 19% a 1.516 milioni, grazie alla sostenuta crescita delle attività bancarie, si legge in una nota. L’ultimo trimestre, segnala Mediobanca, ha visto il miglior risultato netto degli ultimi 5 anni, a 205 milioni (90,6 milioni un anno fa).
“Sulla politica di dividendo è prematuro dare indicazioni. Abbiamo una guidance di pay out 40% e non la cambiamo, ma le decisioni puntuali dipendono non solo dalla conclusione dell’esercizio, ma anche dai capital ratio. Il tema della distribuzione del dividendo” è anche all’attenzione del nostro nuovo regolatore” e quindi c’è prudenza. Così Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, ha affrontato la tematica della remunerazione degli azionisti nel corso di una conference call sulle prospettive per l’esercizio 2014-15 che si chiuderà a giugno.
Come accennato, il banchiere ha approfondito il tema delle partecipazioni, a cominciare delle Generali di cui Piazzetta Cuccia è primo azionista con il 13,3%. “Il tema del voto plurimo è un argomento interessante e delicato che va analizzato nel dettaglio con i principali investitori istituzionali per capire se c’è un allineamento da parte di tutti su uno strumento che senz’altro allinea nel lungo termine azionisti e management e che in alcune situazioni è stato più capito e assecondato, in altre meno”, ha detto sintetizzando poi: “E’ un argomento da approfondire con metodo prima di un’assemblea coinvolgendo i maggiori investitori istituzionali”.