Il titolo in Borsa scende dai 26 dollari della quotazione agli attuali 4,6.
I coupon di Groupon tornano a far segnare risultati positivi durante il secondo trimestre dell’anno. Il sito di sconti online ha ripreso quota in virtù degli introiti provenienti da recenti disinvestimenti (ha ceduto per 360 milioni di dollari la quota di controllo che deteneva nella sudcoreana Ticket Monster) a dimostrazione che il comparto sta vivendo una fase di crisi dopo il boom registrato negli ultimi anni.
Il dato adjusted, infatti, è stato al di sotto delle previsioni. Il bilancio dell’azienda, dunque, alterna luci e ombre. Vale la pena conoscere la situazione nei dettagli.
Durante il secondo trimestre del 2015, Groupon ha fatto registrare profitti pari a 109,1 milioni di dollari, 16 centesimi per azione, contro il rosso da 22,9 milioni, -3 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo le voci straordinarie, l’utile è stato di 2 centesimi per azione, uno in meno rispetto alle previsioni. Il fatturato è salito del 3,1% a 738,4 milioni, meno dei 740,3 milioni attesi dagli analisti. Le vendite nordamericane, circa due terzi del totale, sono salite del 14%, mentre quelle in Europa, Medio Oriente e Asia sono aumentate del 9,3%. Gli utenti attivi, ovvero quelli che hanno comprato almeno un coupon negli ultimi dodici mesi, sono aumentati del 6%.
Tuttavia dal momento della quotazioni, alla fine del 2011, Groupon ha inanellato una serie lunghissima di perdite trimestrali portando il titolo a calare dai 26 dollari della quotazione agli attuali 4,6: a dimostrazione che il mercato non crede – almeno nell’immediato – in una ripresa del settore dei coupon. Da inizio anno le quotazioni a Wall Street sono calate del 42%, mentre il Nasdaq, dove il titolo viene scambiato, ha recuperato oltre il 6%.