I numeri del 2012 hanno evidenziato il forte tasso di crescita di Salvatore Ferragamo, che beneficia della sua forte diversificazione geografica e della presenza in paesi emergenti ad alto potenziale
I numeri del 2012 hanno evidenziato il forte tasso di crescita di Salvatore Ferragamo, che beneficia della sua forte diversificazione geografica e della presenza in paesi emergenti ad alto potenziale. L’utile netto del gruppo è cresciuto del 30% rispetto a dodici mesi prima a 106 milioni di euro, mentre i ricavi consolidati totali sono aumentati del 17% a 1,153 miliardi di euro. Alla borsa di Milano il titolo Salvatore Ferragamo, quotato con il ticker “SFERâ€, ha perso il 2,07% a 20,78 euro.
L’11 marzo scorso il titolo aveva toccato il record di sempre a 22,7 euro. La redditività è stata superiore alle attese degli analisti: Intermonte aveva stimato un utile netto di 93 milioni, Mediobanca di 96 milioni. Il fatturato è in linea con le stime di consenso, così come la cedola che verrà proposta all’assemblea degli azionisti. Infatti, il dividendo è pari a 0,33 euro, in crescita del 18% rispetto a 0,28 euro per azione dell’esercizio precedente.
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L’ebitda è cresciuto del 24% a 228 milioni di euro, l’ebit a 194 milioni. Il primo mercato del gruppo si è confermato l’area Asia-Pacific, dove il fatturato è cresciuto del 17% a 420 milioni di euro (+13% solo nell’ultimo trimestre del 2012). Si tratta del 36% circa dei ricavi complessivi del gruppo. Gli investimenti totali sono cresciuti del 41% a 59 milioni di euro.
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Intanto, Salvatore Ferragamo ha comunicato di aver sciolto la joint venture con Ermenegildo Zegna: l’operazione sarà finalizzata il 15 aprile. La joint venture ZeFer era attiva nelle calzature e pelletteria a marchio Zegna. Per tutto il 2013 Ferragamo continuerà comunque a prestare servizi consulenziali e non esclude nuove collaborazioni future.