Il rosso è stato quasi interamente fatto registrare negli ultimi tre mesi dell'anno quando il calo delle quotazioni del petrolio si è intensificato.
Eni archivia il 2015 con una perdita netta che si aggira sugli 8,82 miliardi di euro a causa sostanzialmente delle svalutazioni provocate dallo scenario petrolifero. Il risultato netto adjusted su base stand alone è invece positivo per 0,34 miliardi (-91%).
Il rosso è stato quasi interamente fatto registrare negli ultimi tre mesi dell’anno quando il calo delle quotazioni del petrolio si è intensificato: durante il quarto trimestre, la società ha lasciato sul terreno 8,46 miliardi (0,2 miliardi se si considera il risultato netto adjusted su base stand alone). Nonostante i conti, il cda conferma il dividendo 2015 di 80 centesimi per azione, di cui 40 centesimi già distribuiti a settembre dello scorso anno: soddisfatto il mercato che apprezza il risultato adjusted.
“Nel 2016, come lo scorso anno, stiamo continuando velocemente nel processo di trasformazione di Eni” ha detto l’ad Claudio Descalzi sottolineando che il gruppo “nel 2015 ha realizzato risultati fondamentali nel processo di trasformazione che vedrà il gruppo sempre più focalizzato sul core business oil&gas e sempre meglio organizzato per competere in un mercato a bassi prezzi dell’energia riflesso nello scenario Eni che si allinea ad un consensus di mercato conservativo. Il complesso processo di deconsolidamento di Saipem si è ora concluso e ha portato nelle casse di Eni entrate nette per 4,8 miliardi, mentre i piani di efficientamento e di razionalizzazione delle spese hanno fatto registrare risultati migliori delle attese, tanto da consentire l’autofinanziamento dei capex 2015 in uno scenario di circa 50 dollari al barile, 13 in meno rispetto alle aspettative di un anno fa”.
Nel 2016, dunque, continuerà  il “trend debole” delle quotazioni del petrolio: l’Eni ha quindi rivisto al ribasso per il periodo 2016-2019 lo scenario dei prezzi contenuto nel piano strategico, prevedendo anche una riduzione della spesa del 20% per quanto riguarda “progetti d’investimento, selezione dei temi esplorativi e rinegoziazione dei contratti per la fornitura di beni d’investimento”