
Il Ministro della Repubblica trova inoltre un profeta dell’attuale crisi, identificandolo in colui che oggi è Papa, ma che nel 1985 scrisse “Church and Economy†in cui era teorizzato il collasso del mercato e l’implosione dell’economia su se stessa.
Ma a proposito di Chiesa ed Economia, quanto spende lo Stato italiano ogni anno a favore della Santa Sede e per i suoi seguaci?
Dal resoconto della CEI riguardo l’anno 2004, sul totale di circa 1 miliardo di Euro derivanti dall’8×1000, il 34% è stato usato per il sostentamento del clero,il 46% per esigenze di culto ed il restante 20% per opere di carità .
Ma dal nostro Stato esce un altro miliardo così ripartito: 478 milioni per gli insegnanti di religione, 258 per le scuole cattoliche, 44 per le cinque università cattoliche, 22 per i servizi idrici del Vaticano a carico del Comune di Roma, 19 per l’assunzione a tempo indeterminato sempre degli insegnanti di religione, 18 per rimborsare gli iscritti a scuole cattoliche, 9 per ristrutturazioni di edifici religiosi, 8 per i cappellani militari, etc.
Inoltre ogni anno lo Stato rinuncia ad incassare altri 6 miliardi di Euro a causa degli sgravi fiscali concessi alla Santa Sede. Difatti esistono oltre 59.000 enti ecclesiastici, i quali possiedono circa 90.000 immobili, per un patrimonio totale supposto di 30 miliardi.
Ed ecco che essendo qualunque proprietà immobile detassata, e non dovendo pagare nessuna imposta sulle persone fisiche, il Vaticano non versa nelle casse dell’erario italiano una somma che basterebbe a salvare e risollevare aziende come Alitalia, FIAT, Parmalat e tante altre.