A fronte di costi complessivi di 755,8 milioni, il risutato operativo è stato dunque negativo per 114,84 milioni e la perdita è stata di 83,88 milioni.
Con un pacchetto da 2,01 milioni di clienti alla fine dello scorso anno, Mediaset Premium ha fatto registrare un giro d’affari totale pari a 640,95 milioni, 558 milioni dei quali rappresentati dai ricavi generati dagli abbonamenti e dalle tessere prepagate e 82 milioni dalla raccolta pubblicitaria.
A fronte di costi complessivi di 755,8 milioni, il risutato operativo è stato dunque negativo per 114,84 milioni e la perdita è stata di 83,88 milioni. Un dato quest’ultimo che si confronta con un utile su base semestrale di 2-3 milioni e si spiega con il fatto che a luglio sono stati contabilizzati gli ingenti investimenti per i diritti della Champions League e per le partite delle migliori 8 squadre di serie A, che su base triennale sono costati quasi 1,7 miliardi. Per l’esercizio in corso il fatturato atteso è di 700 milioni a frontedi una perdita mentre il break even è previsto, come da piano industriale, nel 2017. Solo nel 2018 è ipotizzato il raggiungimento di un utile netto.
E’ con questi numeri che la pay tv del network di Cologno Monzese si presenta al summit annunciato e atteso per venerdì con Vivendi. L’operazione, come già noto sul mercato, dovrebbe prevedere la creazione di una società comune per lo sviluppo dei contenuti (film e serie tv) su scala europea, che vede Mediaset già operativa avendo ottenuto lo scorso dicembre un finanziamento dall’Unione Europea quale membro di un consorzio che sta sviluppando una piattaforma modulare per la realizzazione di applicazioni multi-screen in grado di interagire con programmi televisivi, video on-demand e contenuti cosiddetti OTT (over-the-top). Successivamente si dovrebbe procedere a un progetto online capace di competere con Netflix, e alla vendita di Premium al gruppo francese. Il deal si verificherà  carta contro carta, con uno scambio di quote tra le quotate Mediaset e Vivendi nell’intorno del 3-3,5%.