Bilancio imprese italiane 2009

by Redazione Commenta

Da un sondaggio condotto dalla Banca d'Italia è emerso che il 29,3% delle imprese industriali e dei servizi prevede di chiudere..

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Da un sondaggio condotto dalla Banca d’Italia è emerso che il 29,3% delle imprese industriali e dei servizi prevede di chiudere il 2009 in perdita, una percentuale in netto aumento rispetto allo scorso anno quando dallo stesso sondaggio era emerso che prevedevano una chiusura in rosso il 17% delle imprese.

Il sondaggio, che ha coinvolto 3.874 imprese con almeno 20 addetti di cui 2.795 appartenenti all’industria e 1.079 ai servizi privati non finanziari, ha anche messo in evidenza un calo degli investimenti per i prossimi sei mesi e una diminuzione dello 0,8% della forza lavoro nel terzo trimestre dell’anno.


Per quanto riguarda gli investimenti, in particolare, circa il 30% delle imprese prevede di affrontare una spesa minore, il 10,8% una spesa maggiore mentre il 59,2% delle imprese prevede una spesa per investimenti uguale a quella dell’anno precedente. Le imprese che hanno affermato di prevedere una riduzione della spesa destinata agli investimenti hanno addotto come motivazione una diminuzione inattesa della domanda, i fattori finanziari e il clima di incertezza che continua a caratterizzare l’attuale situazione economica. Per il 2010 , invece, il 19,2% delle imprese prevede un aumento dei propri investimenti, il 25% un calo.


Per quanto riguarda l’occupazione il 36% delle imprese ha parlato di una riduzione mentre il 16% ha parlato al contrario di un aumento, un dato questo tutt’altro che confortante se si pensa che i dipendenti sono già stati ridotti dell’1,6% nei primi nove mesi dell’anno. A riguardao, in particolare, la Banca d’Italia ha spiegato che la riduzione dell’occupazione avviene principalmente tramite il blocco delle assunzioni e attraverso mancati rinnovi dei contratti a termine.

Le imprese che prevedono di chiudere il 2009 in perdita, come già anticipato, sono il 29,3%. Di queste le più numerose sono nell’industria, in particolare il 33,4% nella media del comparto e il 37,7% nei soli settori del tessile, abbigliamento pelli e cuoio. In ogni caso la quasi totalità di queste ha indicato una netta riduzione del fatturato già a partire dall’estate.

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