Troppi competitor, il social dei professionisti male a Wall Street.
Quando i competitor iniziano ad aumentare, non sempre le cose vanno per il verso giusto. Anche se il tuo brand si chiama LinkedIn.
Il social network dei professionisti ha deluso le aspettative a Wall Street. Forse, la colpa è della concorrenza e di un mercato del lavoro in ripresa che si rivolge anche ai canali più tradizionali. Per questi motivi LinkedIn mostra i primi segnali di cedimento.
Occorre dare uno sguardo alle cifre. L’ultimo trimestre dell’anno precedente si è chiuso con un rosso pari a 8,4 milioni di dollari (2,9 milioni gli utili nello stesso periodo dello scorso anno). A pesare sul bilancio sono state le voci straordinarie spiega il gruppo sottolineando che i ricavi sono saliti nel trimestre del 34% a 862 milioni di dollari, oltre le stime per 857 milioni, e nell’intero 2015 a 2,991 miliardi. L’anno scorso, dunque, è finito male.
Nel dettaglio, nella sua principale divisione talent solutions – una piattaforma usata per cercare sul sito candidati da assumere – le vendite negli ultimi tre mesi del 2015 sono salite su base annuale del 45% a 535 milioni e nell’intero esercizio fiscale del 41% a 1,877 miliardi. Nel segmento degli iscritti premium il giro d’affari è aumentato del 19% a 144 milioni nel trimestre e del 22% a 532 milioni nel 2015. Nel periodo ottobre-dicembre i membri del social network sono cresciuti del 19% a 414 milioni.
Quale sarà il futuro del social network dei professionisti? Se lo chiedono in tanti. Per il 2016 il gruppo si aspetta utili per azione pro forma a 3,05-3,20 dollari per azione con ricavi a 3,6-3,65 miliardi di dollari, mentre Wall Street prevedeva rispettivamente utili pari a 3,67 dollari per azione e vendite a 3,91 miliardi.