L'istituto prevede dei miglioramenti per il 2015 e svela le sue strategie, dalla governance al rapporto con il macro.
Il gruppo Unicredit ha ben chiari i suoi obiettivi per il 2015, coerentemente con le dinamiche di un comparto (quello bancario) che è in difficoltà a livello contestuale. Un comparto che nutre molte aspettative nei confronti della riunione Bce di domani con la quale Mario Draghi dovrebbe annunciare il Quantitative Easing. Un comparto che è in fase di evoluzione.
Nel giorno in cui il Premier Renzi approva la riforma con la quale le Banche Popolari si trasformeranno in società per azioni, Unicredit svela i suoi piani. Lo fa mediante il suo top manager Federico Ghizzoni.
L’amministratore delegato di Unicredit contempla una lieve ripresa del credito per quanto riguarda l’anno in corso. Nel contempo, Ghizzoni ha annunciato un budget 2015 che prevede ricavi in crescita per il gruppo Unicredite.
Successivamente al Consiglio di Amministrazione (CdA) tenutosi durante la giornata di martedì, l’amministratore delegato di Unicredit ha spiegato che il budget per l’anno in corso prosegue sulla falsariga del piano industriale presentato a inizio dello scorso anno dal momento che l’istituto si trova collocato all’interno di un contesto macro ancora non facile.
Puntualizza il top manager:
Il budget ci vede in crescita con i ricavi, ma con un maggior peso della componente transazionale, quindi delle commissioni, rispetto ai margini di interesse. L’istituto di credito intende dunque focalizzarsi sulle attività che generano commissioni: bancassurance, private banking e asset management, ma anche su “corporate e investment banking.
Per quanto riguarda invece il tema della governance, il top manager ha dichiarato che si sta ragionando attorno ad un Consiglio di Amministrazione più snello, con una probabile diminuzione degli amministratori a 17 da 19.
Nel contempo Unicredit sembra essere intenzionata a non introdurre il voto plurimo. Oggi in Borsa i titoli avanzano di oltre un punto percentuale.