UniCredit  ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un utile di €712 milioni. Il risultato del quarto trimestre era stato negativo con 15 miliardi di euro di rosso, mentre il primo trimestre del 2013 aveva visto un profitto di 449 milioni.
Il fatturato del periodo gennaio-marzo 2013 è stato di 5 miliardi 580 milioni di euro, in discesa del 3,6%. Il Core Tier 1 secondo i criteri di Basilea III è del 9,5%. Federico Ghizzoni, amministratore delegato, ha assicurato che l’obiettivo di utile netto di circa 2 miliardi per il 2014 adesso è più vicino. Le dichiarazioni sono state accolte positivamente dal mercato.
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Ma il quarto trimestre ha avuto una delle perdite più forti mai avute da nessuna banca in Europa, ha accantonato 9 miliardi e 300 milioni di euro per coprire prestiti non riscuotibili e ha dovuto fronteggiare una perdita di valore da €9 miliardi e 300 milioni per acquisti fatti in passato per allargare le proprie attività all’estero.
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Per quanto riguarda le previsioni dei principali analisti, si aspettavano un net interest income in rialzo a 3,147 miliardi di euro, rispetto ai 3,057 miliardi del primo trimestre 2013. Mentre i ricavi totali erano visti in ribasso a 5,731 miliardi da 5,785 miliardi. L’utile operativo, invece, doveva dare una piccola crescita, andando da 2,209 miliardi a 2,221 miliardi, mentre gli accantonamenti per perdite su crediti in flessione erano previsti in calo a 1,125 miliardi da 1,173 miliardi, con un utile netto in lieve rialzo a 540 milioni di euro dai 449 milioni dello stesso periodo del 2013 con un Core Tier 1 del 9,8%.