La notizia che parlava di un accordo tra UBS e il fisco statunitense è naufragata dopo solo due giorni, non si sà se si sia trattato solo..
Gli Stati Uniti, ricordiamo, hanno accusato UBS di aver aiutato alcuni suoi clienti americani (circa 52.000 persone) ad evadere il fisco americano e per questo pretende che la banca fornisca i nominativi di queste persone, affinchè le autorità competenti possano procedere nei loro confronti.
UBS, da parte sua, si rifiuta di fornire questi nominativi perchè sostiene che divulgare dati e le altre informazioni sui suoi clienti rappresenta una violazione delle leggi svizzere relative al segreto bancario, senza contare che secondo la banca gli Stati Uniti non sono in possesso di elementi di prova concreti che dimostrino in modo inequivocabile l’evasione fiscale.
UBS, inoltre, ha spiegato che nel caso in cui i giudici statunitensi emettano un provvedimento che obbliga la banca a fornire i nominativi di questi clienti, contro quanto stabilito dalle leggi svizzere, si verrebbe a creare una situzione in cui il giudice americano sostituisce la propria autorità a quella delle autorità svizzere competenti violando la sovranità svizzera e, quindi, il diritto internazionale.
Per risolvere la questione senza violare le leggi di nessun paese, dunque, è necessario un intervento di entrambi i governi. Le leggi svizzere, infatti, vietano il rilascio di informazioni riservate a governi stranieri nel caso in cui la richiesta non è stata effettuata attraverso canali intergovernativi.
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