La notizia giunge a una manciata di giorni dalle disposizioni trasmesse da Bankitalia per attuare la riforma voluta dall'esecutivo Renzi.
La prima a farlo sarà Ubi Banca. Nel nuovo statuto approvato dall’Istituto popolare sono contemplate tutte le condizioni per il passaggio in Spa previsto per alcuni istituti e molto discusso durante gli ultimi mesi a livello economico in tutto il territorio italiano.
In una nota, la banca annuncia che il consiglio di sorveglianza ha formalmente “verificato il superamento del limite di 8 miliardi dell’attivo consolidato”, fissato dalla legge di riforma delle popolari, e ha quindi “deliberato di dare avvio all’iter procedurale finalizzato alla trasformazione in società per azioni”. Il Cds ha definito, “su proposta del consiglio di gestione, il nuovo testo statutario da sottoporre all’assemblea che si prevede” entro ottobre.
La notizia giunge a una manciata di giorni dalle disposizioni trasmesse da Bankitalia per attuare la riforma voluta dal governo Renzi. Via Nazionale ha limitato i diritti di limitati per quei soci delle banche popolari che chiederanno il rimborso delle azioni quando il loro istituto diventerà una spa. L’interpretazione di Via Nazionale sgombra il campo dai timori di alcuni banchieri, che avrebbero potuto trovarsi carenti di capitale in caso di uscita di troppi soci durante la trasformazione in spa. La pubblicazione ha fatto scattare i 18 mesi di tempo previsti dalla legge entro i quali le 10 banche popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro sono obbligate a trasformarsi in società per azioni. Si tratta, oltre alla stessa Ubi banca, di Banco popolare, Banca popolare dell’Emilia Romagna, Banca popolare di Milano, Banca popolare Vicenza, Veneto banca, Credito valtellinese, Banca popolare di Sondrio, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio e Banca popolare di Bari.