Quota Groupama in Mediobanca non sarà ceduta a Bollorè

Secondo indiscrezioni di stampa, i tempi per la cessione della quota di Groupama in Mediobanca sarebbero ormai maturi

Secondo indiscrezioni di stampa, i tempi per la cessione della quota di Groupama in Mediobanca sarebbero ormai maturi. Da tempo circolano insistenti voci sulla possibile uscita del colosso assicurativo transalpino dal capitale della banca di Piazzetta Cuccia. Vincent Bollorè ha parlato a lungo con i vertici di Mediobanca nel fine settimana. Bollorè nel patto è l’unico altro azionista del gruppo C oltre a Groupama. Quando bisogna vendere azioni c’è il diritto di prelazione per gli altri azionsiti dello stesso gruppo, ma Bollorè ha già raggiunto il tetto massimo del 6%.

Il collocamento del 4,93% in mano a Groupama potrebbe finire nelle mani di soggetti terzi, considerando le “determinazioni dell’assemblea del patto”. Intanto, però, sembra probabile che Groupama possa alla fine attendere qualche altro mese prima di concludere l’eventuale dismissione. Non si sa se proprio alla fine del patto di dicembre o all’inizio del 2013.

Intanto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, che controlla una quota dell’8,66% vincolata al patto ed è il primo singolo azionista di Mediobanca, ha allontanato l’ipotesi di spin-off tra attività bancaria e quella di holding di partecipazioni. Ghizzoni ha dichiarato che “non c’è nessun progetto di scissione”. In realtà, già al termine del cda di mercoledì, Tarak Ben Ammar aveva confermato che la separazione delle attività non era mai stata sottoposta all’attenzione del board.

Al management di Mediobanca non piace l’idea di una decurtazione del patrimonio a seguito della scissione delle attività, anche perché poi servirebbe un rafforzamento per mantenere il Core Tier1 all’11% come richiesto a una banca d’affari. Lo spin-off comporterebbe l’esigenza di una ricapitalizzazione pari a quasi l’attuale capitalizzazione di Mediobanca, intorno ai 3 miliardi di euro.