La trasformazione di Poste Italiane in un vero e proprio istituto di credito è solo questione di tempo. Già è in corso il processo di acquisizione..
Tutto dovrebbe filare liscio, ma quel che appare certo è che se qualcosa dovesse andare storto di sicuro Poste Italiane procederebbe ad un’altra acquisizione che gli consentirebbe allo stesso modo di diventare la prima banca in Italia, grazie ai suoi 14.000 sportelli e 155.000 dipendenti.
Prima banca italiana, dunque, ma non solo in termini di grandezza. Per rendersene conto basta dare un’occhiata all’indicatore di costo sintetico dei suoi conti correnti e che nella maggior parte dei casi costano circa la metà rispetto a quelli offerti dalle altre banche. Le differenze, in termini percentuali, vanno dal -42% al -62%, in base al profilo del cliente. Solo i conti correnti nel primo semestre dell’anno hanno portato ricavi per 1,28 miliardi, senza contare gli altri prodotti di natura bancaria.
Per questo motivo, dunque, come dicevamo, la maggior parte degli esperti è convinta che se non debba essere Mediocredito Centrale sarà un’altra banca. Ancora avvolte nel dubbio, invece, le modifiche che verranno apportate a livello strutturale. Si è pensato immediatamente ad uno scorporo di BancoPosta, un’ipotesi che però avrebbe come controindicazione quella di non poter usufruire di tutti gli sportelli, ossia uno dei suoi punti di forza, senza contare l’impatto negativo sulla clientela.