Come il recente passato alla Sator potrebbe influire sulla possibile, futura, governance si Matteo Arpe in Banca Popolare di Milano.
NESSUNA VOTAZIONE CONCERTATA IN BPM
Senza la base, in BPM, non si fa nulla e Arpe, che avrebbe dichiarato come sia sua intenzione mettere a servizio dell’istituto di credito tutte le proprie qualità che, lo ricordiamo, non sono certo da poco, lo avrebbe ben capito e si starebbe muovendo proprio in questa direzione.
MATTEO ARPE NUOVAMENTE IN CORSA PER BPM
Certo è, però e purtroppo, che sul cavaliere senza macchia Arpe peserebbe il recente passato alla Sator, la holding finanziaria, con sedi a Roma, Milano e Londra e attiva, in particolar modo, negli investimenti di carattere industriale nei settori del Private Equity, del Public Equity e del Real Estate, dalla quale sarebbero usciti, a soli 4 anni dalla fondazione (avvenuta nel 2007), ben 4 degli 8 soci fondatori.
AUMENTO DI CAPITALE E NUOVA GOVERNANCE BPM
Ad uscire, e in tutta fretta e senza alcuna motivazione di dominio pubblico, sarebbero stati Filippo Di Naro (precedentemente attivo in Deutsche Bank), Rinaldo Leva (precedentemente impiegato in BPU Pramerica), Alberica Brivio Sforza (fino al 2007 dipendente del New York Stock Exchange) e Fabrizio Ferrero (secondo socio di riferimento subito dopo Arpe ed ex JPMorgan&Chase).
Come abbiamo accennato non sono noti i motivi che avrebbero spinto i suddetti manager prima ad entrare e poi immediatamente uscire da Sator.
Fatto sta, però, che sarebbero stati così stanchi e stufi e scontenti ed insoddisfatti della gestione di Sator, della quale, comunque, avrebbero potuto decidere le sorti, da andarsene lasciando sul piatto ben 6 euro per azione.