L'istituto di Washington prende tempo sull'evoluzione dei tassi.
Evoluzione dei tassi? Si, ma non subito. La Federal Reserve, banca centrale statunitense guidata da Janet Yellen, ha deciso di prendere tempo.
Se prima della riunione di ieri appariva scontato che il costo del denaro sarebbe rimasto ancorato fra lo zero e lo 0,25%, non altrettanto ovvio era il mantenimento della locuzione con cui la banca di Washington, ormai da molto tempo, fa sapere di considerare appropriato un livello del costo del denaro basso per un elevato lasso di tempo.
Durante i prossimi mesi l’approccio di politica monetaria sarà ancora leggero. Non a caso, nel comunicato che ha tirato le somme del vertice del Fomc, i governatori sottolineano che saranno pazienti nell’iniziare a normalizzare la politica monetaria.
Nel contempo, la presidente Janet Yellen ha poi garantito che il cambio di guidance non implicherà un mutamento di intenzione e che appare alquanto improbabile che un intervento sui tassi venga deciso già nei prossimi due direttivi.
In altri termini, malgrado tre su sette dei componenti il board non fossero d’accordo, la stretta non è più vicina, anche se circa tutti i membri Fomc prevedono un aumento dei tassi nel 2015, secondo Yellen. Wall Street ne ha subito immediatamente atto, accendendo i motori del rialzo, con il Dow Jones e il Nasdaq in rialzo dell’1,5%.
Il parere degli esperti:
A consigliare prudenza è un solo elemento di disturbo, il calo dei prezzi dell’energia che mantiene l’inflazione ben al di sotto del target del 2% fissato dalla Fed. Gli Usa hanno dovuto incassare in novembre il peggior dato sui prezzi al consumo degli ultimi sei anni, un -0,3% mensile che ha colto in contropiede gli analisti. Una “gelata“ che ha costretto l’istituto centrale americano a tagliare le stime di inflazione 2014 in una forbice tra 1,2-1,3%, a fronte dell’intervallo tra 1,5% e 1,7% dello scenario previsto a settembre. Queste è l’unica nota stonata all’interno di uno scenario in miglioramento.