La Federal Reserve ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro. A seguito giorni di attesa, il Fomc, il braccio operativo della banca centrale, si è espresso.
I tassi restano invariati. Facciamo, dunque, un passo indietro e torniamo al 18 settembre 2007: in piena crisi causata dai mutui-subprime, il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke iniziò il taglio del costo del denaro con un abbassamento di mezzo punto percentuale; erano al 6,25%. Dopo essere arrivati a zero a fine 2008, la Fed ha deciso di non iniziare ancora a risalire la china.
Restano tra lo 0 e lo 0,25%. Wall Street, all’annuncio, è salito fino a guadagnare un punto percentuale, salvo poi ritracciare e chiudere in negativo, con una perdita dello 0,39 per cento. Possibile spiegazione: il mercato aveva scommesso sul fatto che non ci sarebbe stato il rialzo, ma è rimasto deluso dal fatto che il numero uno della Fed, Janet Yellen abbia detto che probabilmente questo avverrà il prossimo mese Il petrolio è calato ulteriormente, mentre il cambio dollaro euro è stabile a 1,14.
In una nota la Fed ha spiegato i motivi per cui è rimasta ferma. L’attività economica negli Stati Uniti si espande a ritmo moderato e, anche se si registra un solido rafforzamento del mercato del lavoro con una flessione della disoccupazione, non è ancora giunto il momento di tornare ad alzare il costo del denaro. L’economia globale e gli eventi finanziari potrebbero frenare l’attività dell’economia. Spaventa la crisi cinese e l’inflazione non è tornata ancora a salire verso l’obiettivo del 2%.
I prezzi al consumo resteranno nel breve termine ai minimi e continuerà a salire gradualmente verso il 2% solo nel medio termine. La Fed comunque crede in una ripresa degli Usa, tanto da aver rialzato le stime sul Pil e da aver abbassato quelle sulla disoccupazione.