Continua a tenere banco il problema dell’aumento dei crediti deteriorati nei portafogli delle principali banche italiane. L’occasione per affrontare questo delicato argomento è arrivata ieri con la riunione a Palazzo Koch di Bankitalia, Abi e i vertici dei big del credito nazionali
Continua a tenere banco il problema dell’aumento dei crediti deteriorati nei portafogli delle principali banche italiane. L’occasione per affrontare questo delicato argomento è arrivata ieri con la riunione a Palazzo Koch di Bankitalia, Abi e i vertici dei big del credito nazionali. Il tutto in una giornata caratterizzata da un exploit dei titoli bancari in borsa, che hanno beneficiato del clima di forte appetito per il rischio sui mercati finanziari sulle attese di un accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti.
I crediti deteriorati sono “prestiti cattivi†presenti nei bilanci delle banche, come le sofferenze, gli incagli, i crediti ristrutturati e quelli scaduti. Sono una zavorra che tiene sotto scacco la redditività dele banche italiane. Oggi i crediti deteriorati lordi sono volati a 166 miliardi di euro solo per le prime quattro big del credito italiano. A fine settembre scorso Unicredit aveva 80,4 miliardi di euro di crediti deteriorati (+12% da inizio anno), di cui 45,6 miliardi di sofferenze.
Intesa SanPaolo aveva uno stock di crediti deteriorati di 47,5 miliardi di euro (più di 27 miliardi di sofferenze), in crescita del 26% da inizio anno. Banca Mps ne aveva più di 28,2 miliardi di euro (16,3 miliardi di sofferenze), con un incremento del 26% da inizio anno, mentre Ubi Banca poco più di 10,3 miliardi di euro (+21% da inizio anno). I maggiori problemi arrivano dalle sofferenze, che sono raddoppiate dalla fine del 2009 ad oggi.
Da inizio anno sono aumentate del 9,5% a 102 miliardi di euro, considerando solo i primi sei istituti di credito italiani. Ciò vuol dire che da inizio 2012 le sofferenze crescono a un ritmo di un miliardo di euro al mese. Intanto, ieri Moody’s ha confermato il proprio outlook negativo sul settore bancario italiano. L’agenzia di rating ritiene che la situazione possa peggiorare il prossimo anno.