Le decisioni del board e le dichiarazioni di Draghi spiazzano i mercati.
Il programma di quantitative easing della Bce avrà  almeno una durata di un anno e tre mesi. Si protrarrà , con ogni probabilità , fino al marzo del 2017.
Inoltre sorge la possibilità di estenderlo ancora se necessario. Esso inizierà a includere anche obbligazioni erogate da regioni ed enti locali. Lo ha annunciato in conferenza stampa il presidente della Bce, Mario Draghi. Inizialmente il termine indicativo del Qe era stato fissato a settembre 2016.
Draghi ha inoltre comunicato che i rendimenti dei bond acquistati dalla Bce verranno reinvestiti “finché necessario” per contribuire al miglioramento della situazione di liquidità . La Bce, inoltre, proseguirà le operazioni di rifinanziamento a tasso fisso “finché necessario” o almeno fino al 2017.
Draghi ha evidenziato come la politica accomodante della Bce stia avendo “significativi effetti positivi sulle condizioni di finanziamento, sul credito e sull’economia reale. La Bce non ha lanciato “i fuochi d’artificio” che i mercati si aspettavano, ha osservato Alastair George, Chief Strategist di Edison Investment Research.
La Bce sta effettuando di più perché sta funzionando, non perché sta fallendo, come ha dichiarato invece durante la conferenza stampa Mario Draghi. Le misure di politica monetaria accomodante sono state “abbastanza efficaci”. Lo dimostrano il calo del costo del credito nell’Eurozona, la flessione degli spread, in particolare nei “Paesi vulnerabili” e il miglioramento generale delle condizioni di finanziamento.
Draghi ha quindi rivelato che le decisioni del Consiglio direttivo della Bce di oggi “non sono state unanimi, ma sono state prese con una maggioranza molto ampia”. Interpellato sulla reazione nettamente negativa dei mercati alle misure annunciate, o più che altro alla loro mole, “la nostra comunicazione non è stata sbagliata penso che ci voglia tempo perché le nostre misure vengano pienamente apprezzate”.