Qe esteso? Non ora, forse a dicembre. Parla Draghi:
Nulla di fatto, almeno per il momento, come da previsioni. La Bce non toccherà il costo del denaro. I tassi di interesse restano dunque invariati e il Quantitative easing verrà prolungato solo se necessario.
Il piano d’acquisto di titoli da 80 miliardi al mese resta attivo fino al marzo 2017 ma non è esclusa una sua proroga nei mesi successivi, proroga che verrà  annunciata con ogni probabilità  durante la riunione di dicembre.
Come ampiamente anticipato dagli osservatori, il costo del denaro nell’Eurozona rimane dunque fissato al livello in vigore dal 16 marzo scorso, con un tasso di rifinanziamento principale pari a zero. Resta invece in area negativa (-0,4%) il tasso sui depositi. Quest’ultimo regola il rendimento che le banche nomalmente ricevono sui loro depositi di breve durata (un giorno lavorativo) presso la Banca centrale. Dal giugno 2014 tale tasso è in negativo, e dunque le banche pagano per lasciare la loro liquidità parcheggiata presso l’Eurotower.
Tuttavia non era sul fronte del costo del denaro che gli operatori attendevano eclatanti novità . Ritenevano che potesse arrivare l’estensione temporale del Qe, di almeno sei mesi oltre la scadenza del marzo 2017, oppure una revisione dei suoi meccanismi in modo da garantire maggiore flessibilità agli acquisti effettuati dalle Banche nazionali sotto il coordinamento della Bce stessa.
Ma nella comunicazione sui tassi la Bce ha reiterato la sua posizione mettendo nero su bianco il suo pensiero:
Per le misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma l’intenzione di condurre gli acquisti mensili di attività per 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione vicino al 2%.