Dopo Banco Popolare e Unicredit è la Banca Popolare di Milano il terzo istituto bancario che ha deciso di ricorrere ai Tremonti Bond, notizia..
La richiesta dei Tremonti Bond rientra in una serie di misure approvate dal consiglio di amministrazione della banca e atte a determinare un rafforzamento del capitale bancario.
Per quanto riguarda i Tremoti bond, la richiesta ammonta a 500 milioni di euro ma come dicevamo essi sono solo una parte di una più ampia operazione di recupero prospettata dalla banca. Bpm, infatti, oltre ai bond statali prevede l’emissione di un titolo con conversione obbligatoria fino a 700 milioni di euro unito all’assegnazione gratuita di opzioni sul capitale fino a un massimo di 500 milioni di euro. Il prezzo di conversione si baserà sui valori di mercato delle azioni BPM al momento del lancio e non potrà essere inferiore ai 4 euro mentre il taglio minimo più basso delle obbligazioni sarà di 100 euro.
La Bpm ha anche programmato un’offerta pubblica di acquisto sugli strumenti innovativi di capitale emessi dall’istituto per un ammontare 460 milioni di euro. Questa serie di misure, tra cui soprattutto il ricorso ai Tremonti Bond, dovrebbero consentire alla banca di aumentare il coefficiente patrimoniale, il cosiddetto Core Tier 1.
Il questo modo, quindi, la Banca Popolare di Milano dovrebbe essere in grado di far fronte alle richieste di finanziamento dei propri clienti senza alcuna preoccupazione, proprio l’intento con cui sono stati concepiti i Tremonti bond.
La decisione dell’istituto di ricorrere ai titoli statali e ad altre misure atte risollevare la situzione finanziaria è stata presa soprattutto dopo i risultati disastrosi registrati nell’ultimo anno. Bpm, infatti, ha chiuso il 2008 con un utile di 75,3 milioni di euro, ossia il 76,8% rispetto all’anno precedente.
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