La banca senese, scossa dallo scandalo dei derivati esploso sul finire di gennaio, ha pubblicato un bilancio inferiore alle attese con una perdita netta 2012 a 3,17 miliardi di euro
Era molto atteso il bilancio di Banca Monte dei Paschi di Siena, l’ultima delle big del credito italiano a pubblicare i risultati relativi all’esercizio 2012. La banca senese, scossa dallo scandalo dei derivati esploso sul finire di gennaio, ha pubblicato un bilancio inferiore alle attese con una perdita netta 2012 a 3,17 miliardi di euro, provocata soprattutto dalle pesanti svalutazioni per circa 1,6 miliardi di euro (1,5 miliardi avviamenti e 110 milioni beni intangibili). A Piazza Affari il titolo Banca Mps ha chiuso ieri in perfetta parità a 0,185 euro.
Le azioni della banca più antica del mondo sono sotto pressione da alcuni giorni, complice le attese per il bilancio, la debolezza del settore bancario, l’incertezza sullo scenario politico italiano e l’ampliamento dello spread. Ieri spread Btp-Bund tocca massimi da novembre 2012 e azioni bancarie in tilt, anche se c’è stata una tenuta migliore rispetto alle due sedute precedenti. Mps ha una forte esposizione sui titoli di stato italiani e quindi al rischio-Italia, anche se Btp da comprare secondo Goldman Sachs.
Tornando ai conti dell’istituto di Rocca Salimbeni, la perdita attesa dagli analisti era di 2 miliardi. Nel 2011 Mps chiuse con un rosso monstre da 4 miliardi. Le rettifiche nette di valore per deterioramento dei crediti in portafoglio sono più che raddoppiate a circa 2,67 miliardi di euro da 1,29 miliardi. La percentuale di copertura delle sofferenze a fine anno è salita al 57,9% e quella degli incagli al 21,9%.
Al 31 dicembre 2012 il patrimonio di vigilanza del gruppo risulta pari a 12,8 miliardi di euro. Il rapporto Core Tier 1 è salito all’8,9% dall’8,8% di fine 2011, ma include anche 1,9 miliardi di Tremonti-bond. Considerando i Monti-bond emessi a febbraio, il Core Tier 1 salirebe all’11,3% proforma. Il margine di interesse è sceso del 18,1% a 2,83 miliardi di euro, le commissioni nette del 7,4% a 1,633 miliardi.