Accordo raggiunto tra il Governo Americano e il colosso bancario Citigroup, almeno secondo quanto riportato dal Wall Street Journal nelle..
L’accordo, che dovrebbe essere annunciato ufficialmente nelle prossime ore, prevede la conversione di azioni privilegiate attualmente detenute dal Tesoro, per un ammontare di circa 25 milioni di dollari, in azioni ordinarie con diritto di voto. Non tutte le azioni Citigroup possedute dal governo, quindi, saranno oggetto di conversione. Il Tesoro americano, infatti, possiede azioni Citigroup per un ammontare di 45 milioni di dollari.
La manovra contenuta nell’accordo comporterà inevitabilmente una nazionalizzazione parziale di Citigroup che, in questo modo, sarà controllata dal governo americano per circa il 40%.
Del tutto legittime, tuttavia, sono le perplessità dei vertici della banca, timorosi che attraverso questo accordo il governo possa, in futuro, influenzare pesantemente l’attività della banca, esponendola a notevoli pressioni politiche che potrebbero andare ad influire sui suoi profitti.
Altri problemi, inoltre, derivano dal fatto che Citigroup non opera solo in America ma anche in altre numerose parti del mondo e, quindi, il suddetto accordo potrebbe avere delle incompatibilità con la legislazione degli altri paesi. L’esempio più eclatante a riguardo è quello del Messico, la cui legge vieta di operare nel Paese a qualunque azienda che sia controllata da un governo straniero in misura superiore al 10%.
Nel caso in cui l’accordo diventasse definitivo questo diventerebbe un problema centrale per Citigroup che sarebbe costretta a diminuire la sua partecipazione in Banamex, una delle principali banche messicane. Il problema, inoltre, non riguarderebbe solo il Messico ma anche altri paesi che hanno adottato legislazioni simili e in cui attualmente Citigroup opera.