Il titolo Telecom Italia è stato sospeso a Piazza Affari dopo aver conseguito un calo teorico di quasi 5 punti percentuali, su 0,4 euro. Stando a quanto forniscono alcune indiscrezioni di stampa, oggi dovrebbe aver luogo un pre-consiglio di amministrazione con la finalità di informare i rappresentanti dei soci della possibilità che sia presto necessario procedere a un rafforzamento patrimoniale con aumento del capitale sociale.
In proposito, come citava il quotidiano Milano Finanza, gli analisti sottolinea come il rischio di un aumento di capitale sia riflesso in maniera evidente dai multipli cui tratta il titolo, precisando altresì come del tema si parli oramai da diverso tempo. Gli osservatori di Equita Sim (che qui hanno recente abbassato il rating) si pronunciano come “dubbiosi” sul fatto che di tale materia si possa effettivamente discutere nel consiglio di amministrazione di Telecom, visto e considerato che sarebbe preferibile valutare la possibilità di centrare i target di deleverage a fine anno.
Oltre a quanto sopra, le indiscrezioni asseriscono che i conti approvati domani contengano altresì una ulteriore svalutazione dell’avviamento per circa 2 miliardi di euro. Gli analisti di Banca Akros si spingono ancora più in là , ricordando come le attuali condizioni del mercato italiano (evidentemente deboli) e i risultati trimestrali (altrettanto insoddisfacenti) potrebbero condurre al terzo impairment in altrettanti anni (vedi anche stop allo scorporo rete Telecom, di cui abbiamo parlato recentemente).
L’avviamento contabilizzato dal gruppo telefonico italiano era di 32 miliardi di euro a dicembre 2012, e l’impairment previsto potrebbe cancellare interamente l’utile atteso per il 2013. Per quanto attiene infine l’aumento di capitale, gli analisti di Akros sottolineano infine che tale mossa affronterebbe la struttura del capitale ancora sbilanciata, visto e considerato che il processo di deleverage è più lento di quanto precedentemente previsto. Un’azione fino a 4 miliardi di euro potrebbe comunque non essere esclusa, riconducendo il rapporto tra debito e Ebitda intorno a 2,1.