Il prezzo dell’oro rimane in un permanente contesto  di debolezza e anche le ultime prese di beneficio che hanno accompagnato il preziosi in queste ultime sedute, ne sono la conferma.
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Il prezzo del contratto futures di febbraio sull’oro, infatti si è spinto nuovamente al ribasso verso l’importante supporto di 1.230 dollari per oncia, individuata dall’ultimo ritracciamento di Fibonacci, relativo alla recente gamba in salita iniziata a luglio che Salita che ha portato il metallo ad un poderoso recupero fino a 1.430 dollari per oncia, dove transita la imponente trend line ribassista che ha incanalato tutto il trend del 2013.
Dal punto i vista macroeconomico dobbiamo monitorare attentamente le azioni che la Federal Reserve attuerà in merito alla riduzione degli acquisti mensili di Bond, e soprattutto i dati sull’inflazione che al momento è estremamente bassa.
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La visione degli analisti  è che l’enorme massa di liquidità immessa nel sistema, dalle Banche Centrali non venga utilizzata per favorire la ripresa dei consumi dal pubblico retail, quanto piuttosto sia indirizzata direttamente dagli operatori delle Banche d’Affari verso i mercati azionari, che si avvicinano verso l’area di ipercomprato.
In estrema sintesi, gli investitori cercano mercati più volatili, che offrano maggiori occasioni di trading di breve, piuttosto che rimanere in un mercato come quello dell’oro che notoriamente presenta una volatilità notevolmente inferiore rispetto agli azionari. Dal punto di vista tecnico al momento permane il caratteristico trend al ribasso, delimitato da due punti di supporto molto forti tra cui oltre quello citato prima, troviamo il secondo in area di $1.180/oz, che se rotto potrebbe aprire nuovi scenari ribassisti verso il primo supporto utile a $1.150/oz.