Si cercano nuove strade di crescita e si toccano livelli che non si vedevano dal 2007.
Le fusioni e acquisizioni annunciate negli Stati Uniti hanno toccato un nuovo record durante lo scorso mese facendo raggiungere un valore pari a 243 miliardi di dollari.
La cifra delle operazioni dirette verso gli States ha superato gli standard mensili toccati nel maggio di otto anni fa, pari a 226 miliardi poco prima che scoppiasse la grande crisi finanziaria ed economica, e nel gennaio 2000, con 213 miliardi di gennaio mentre era ancora in pieno sviluppo la bolla speculativa di internet.
Gli esperti entrando nei particolari comunicano:
La maggiori acquisizioni del mese scorso sono state la transazione da 90 miliardi di Charter Communications per rilevare Time Warner Cable e Bright House nei sistemi tv e internet via cavo e i 37 miliardi pagati da Avago per Broadcom nei semiconduttori. Quest’ultimo è stato il maggior shopping del settore tech, dall’era della bolla. Si può citare anche il caso di Intel, che ha preso i microchip Altera per quasi 17 miliardi.
Il totale del valore dei merger è stato calcolato da dealogic e riportato dal Financial Times. La spinta alle fusioni arriva dalla necessità di cercare nuove strade di crescita in un’economia ancora debole e dalle ingenti risorse a disposizione delle imprese, che hanno abbondante liquidità in riserva e possono indebitarsi a basso costo grazie ai tassi di interesse molto bassi finora mantenuti dalla Federal Reserve. Negli Usa, ad esempio, i rendimenti pagati dalle società per indebitarsi si sono dimezzati rispetto al 2007 intorno al 3% e negli ultimi quattro mesi le emissioni hanno superato quota 100 miliardi di dollari al mese.
Il quotidiano della City aggiunge che, per banchieri ed esperti del settore, il 2015 si annuncia come un anno da record, visto che i manager delle grandi aziende sono sotto pressione per agganciare la crescita ed espandere il loro business e in questo momento la via più immediata passa attraverso le operazioni per linee esterne. Ma visto che i premi offerti agli azionisti delle prede diventano sempre più consistenti, bisogna fare attenzione a valutare bene le possibili sinergie post-operazioni, in modo da non strapagare.