Il risiko bancario entra nel vivo. Anche Mps e Ubi Banca verso l'aggregazione?
Il risiko nel comparto bancario movimenta le Borse europee. L’agenzia di rating Standard&Poor’s vede segnali di ripresa, tuttavia ritiene necessaria un’aggregazione del settore.
D’altro canto per gli analisti le banche soffrono di rigidità strutturali e scarsa efficienza oltre che di un’eccessiva frammentazione e dunque difficoltà nel conseguire economie di scala.
A spingere una una fase di consolidamento fra banche regionali e locali potrebbe essere anche la riforma della banche popolari. Un’ipotesi che i diretti interessati non negano. Il mercato scommette soprattutto sulla rapida fusione tra il Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, mentre si allontana l’ipotesi di un matrimoni a tre fra Bpm, Ubi e il Monte dei Paschi di Siena. Sull’operazione tra la banca veronese e la Pop Milano, invece, sarebbero arrivati segnali positivi sia dal Tesoro che dalla Bce, la quale avrebbe tranquillizzato sulle necessità patrimoniali dell’aggregato post-fusione, stoppando almeno in parte i timori del fronte milanese sul peso delle sofferenze in pancia al Banco.
Il piano di fusione potrebbe contemplare maggiori sinergie; dal punto di vista della capitalizzazione, sommando per semplificazione i due titoli si avrebbe una realtà prezzata dal mercato intorno a 6 miliardi di euro. Non è l’unico fronte caldo: si torna a parlare di un’ipotesi di fusione tra Mps e Ubi Banca. Ieri la banca senese ha diffuso i risultati in linea con le attese e Viola ha detto che l’ipotesi di fusione con Ubi presenta aspetti positivi dal punto di vista industriale, pur ribadendo che non ci sono opzioni sul tavolo.
Oggi, intanto, Poste Italiane ha smentito l’interessamento nei confronti dell’istituto di Rocca Salimbeni.