L'obiettivo è creare il più grande colosso mondiale nel business dei semi.
Monsanto, uno dei competitor principali di Bayer, potrebbe finire presto tra le grinfie dell’azienda tedesca. Sarebbe un affare interessante, dal momento che Monsanto puo’ vantare un valore di 40 miliardi di dollari.
A riportare questa indiscrezione è la stampa americana, evidenziando che dall’unione nascerebbe un gigante, il maggiore al mondo, dei semi. Bayer starebbe discutendo su come finanziare l’affare, vagliando anche le ipotesi di vendita di asset. I rappresentanti di Bayer e la Monsanto hanno preferito non commentare. Il titolo Bayer, dopo le indiscrezioni, ha lasciato sul terreno in Borsa circa il 4 per cento: la società capitalizza più di 80 miliardi. Il titolo Monsanto, invece, aveva già iniziato a salire nel pre-Borsa su indiscrezioni di stampa che ipotizzavano l’interesse di un’altra società tedesca, la Basf.
Il consolidamento nel comparto è in atto da parecchio tempo. L’azienda statale cinese Chemchina ha acquisito la svizzera Syngenta, mentre la Dupont si è fusa con la Dow chemical. Lo scorso anno Monsanto, per non finire a sua volta tra le prede, aveva tentato di acquisire la stessa Syngenta.
Il gigante elvetico è il secondo operatore del comparto dei semi e ha chiuso il 2015 con ricavi per 13 miliardi di dollari, subito dietro la Monsanto che ha registrato vendite per 15 miliardi. Alle loro spalle ci sono i tedeschi con la Bayer (11 miliardi) e la Basf (6 miliardi).
L’acquisizione di ChemChina si è configurata come una vera e propria rivoluzione: gli svizzeri custodiscono i brevetti delle principali coltivazioni ogm del mondo, mentre i cinesi che da un lato sono grandi consumatori con una popolazione di quasi 1,5 miliardi di persone, dall’altro hanno la forza e la capacità di sviluppare ulteriormente il business. Per non rimanere schiacciati i tedeschi hanno lanciato la loro offensiva.