SabMiller ha annunciato di essere stata informata da AB InBev dell’intenzione di esporre una proposta di acquisto. Fusione in corso? Quello che è certo è che il colosso della birra AB InBev, mediante fonti riportate dalle principali agenzie di stampa, ha ammesso di essere aperta a discutere con i competitor.
Che l’affare fosse nell’aria, tuttavia, non era più un segreto da tempo. Basti pensare che proprio un anno fa i sudafricani avevano provato, senza successo, a rilevare Heineken, ma la famiglia olandese che controlla il gruppo rispose picche. La mossa fu letta da tutti gli analisti come un tentativo di difendersi dal potenziale takeover dei rivali belgi. Acquistando Heineken, SabMiller avrebbe aggiunto oltre 25 miliardi di dollari al proprio fatturato e rafforzato la propria presenza nei mercati emergenti, compresi Africa e Messico.
D’altronde negli ultimi 20 anni, il gruppo ha superato molte vette di mercato e, a suon di acquisizioni, dalla colombiana Bavaria all’australiana Foster’s nel 2011, si è trasformata da semplice produttore di birra del Sud Africa a numero due del mondo. Abbastanza per entrare nel mirino del gigante belga che sogna la nascita di un colosso capace di realizzare quasi le metà dei profitti della birra a livello mondiale. Anche perché mentre SabMiller cresceva Ab InBev non è certo stata a guardare: nell’ultimo decennio ha investito 100 miliardi di dollari per fare razzia di produttori in giro per il mondo da Corona a Budweiser.La volontà di Ab InBev sarebbe quella di arrivare a un’intesa amichevole con SabMiller per evitare il lancio di un’Opa ostile, ma sul successo delle trattative incombe la spada di Damocle delle authority antitrust in diversi paesi, dagli Usa fino alla Cina. Secondo gli analisti, però, i belgi sarebbero già pronti a sacrificare il marchio americano Coors di SabMiller.