Il clamoroso rialzo dei credit default swap, che indicano quanto costa assicurarsi dal rischio fallimento del paese, fa capire quanto siano preoccupati gli investitori internazionali che ora temono un contagio a tutta l’Europa
Dalle elezioni politiche è venuta fuori una maggioranza fragile, senza i numeri per governare. Gli investitori si aspettavano l’esatto contrario, ovvero una vittoria di Bersani che avrebbe poi stretto un’alleanza con Monti. La delusione è forte e i mercati non hanno lasciato scampo all’Italia. Ieri Piazza Affari ha perso quasi il 5%, bruciando 17 miliardi di capitalizzazione in un solo giorno, mentre lo spread Btp-Bund è tornato sopra 350 punti. L’asta dei Bot semestrali ha evidenziato tassi quasi raddoppiati, mentre i cds sono saliti di 43 punti.
Il clamoroso rialzo dei credit default swap, che indicano quanto costa assicurarsi dal rischio fallimento del paese, fa capire quanto siano preoccupati gli investitori internazionali che ora temono un contagio a tutta l’Europa. Il rialzo di ieri dei cds è il maggiore da dicembre 2011. Secondo le rilevazioni Markit, i cds sull’Italia sono saliti fino a 293 punti superando così quelli sulla Spagna fermi a 260.
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Ciò vuol dire che ora l’Italia viene vista più rischiosa della Spagna, che qualche mese fa ha chiesto all’Europa gli aiuti finanziari per evitare il tracollo del proprio sistema bancario. Inoltre, anche lo spread Italia-Spagna si sta riducendo, tanto che ieri il differenziale Roma-Madrid è diminuito a 47 punti dai 70 del giorno prima. Il rischio ingovernabilità del paese spaventa molto gli investitori internazionali.
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D’altronde, l’Italia è un paese che dal 1990 ad oggi è cresciuto mediamente solo dello 0,8% all’anno, un punto in meno della media europea. Inolte, è la peggiore performance tra i 31 paesi più industrializzati al mondo. Ora senza un governo stabile, le riforme stutturali e il risanamento delle finanze pubbliche tornano ad essere in discussione. E stamattina c’è la prova del nove con l’asta dei Btp a 5 e 10 anni.