
La società francese di recente ha acquisito il 14% del gruppo e punta ad arrivare almeno al 20%.
Tuttavia la chiave di questa operazione sarà Intesa San Paolo, che così come successe con Alitalia, rivendica il ruolo di banca di sistema. Però questa volta non si deve entrare in una società messa male ma in una che fattura 4 miliardi di euro, ha una redditivita’ del 9% circa e una liquidità di oltre 1,4 miliardi.
Ad affiancare questa operazione dovrebbe esserci il governo, con una norma speciale per salvare le industrie italiane dalle acquisizioni straniere, come d’altra parte fanno in Francia.
Mackenzie, Skagen e Zenit, che detengono il 15,3%, sono stati i primi gruppi a muoversi per Parmalat, presentando una lista per il Cda con Rainer Masera presidente e il manager italo-svedese Massimo Rossi come Ad al posto di Bondi.
Proprio da qui è nata l’ipotesi e l’esigenza di una cordata italiana. Intesa, che detiene il 2% di Parmalat, è arrivata alla decisione spinta anche dallo stesso Bondi.
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