Il bilancio dei primi nove mesi del 2012 di Mediolanum ha offerto molti spunti di riflessione per gli analisti finanziari. In primis, il gruppo di bancassurance guidato da Ennio Doris ha deciso saggiamente di svalutare la quota del 3,383% detenuta in Mediobanca per 66 milioni
Il bilancio dei primi nove mesi del 2012 di Mediolanum ha offerto molti spunti di riflessione per gli analisti finanziari. In primis, il gruppo di bancassurance guidato da Ennio Doris ha deciso saggiamente di svalutare la quota del 3,383% detenuta in Mediobanca per 66 milioni di euro. Per quanto riguarda il dividendo, il payout sarà il più basso della storia del gruppo sotto la soglia del 50%. In termini assoluti, la cedola sarà pari a 14-15 centesimi di euro per azione, comunque più alta rispetto a quella del 2011.
Dal 2013, però, Doris spera di tornare a un payout almeno pari al 50%. Tuttavia, nonostante risultati complessivamente superiori alle stime di consensus, Mediolanum ha scelto la strada della prudenza con una cedola più contenuta. Nei primi 9 mesi del 2012 la società del risparmio gestito ha chiuso il bilancio con un utile di 291,5 milioni di euro, in crescita del 380% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Senza la svalutazione di Mediobanca, l’utile di Mediolanum sarebbe stato pari a 357,7 milioni di euro. Sul mercato domestico l’utile netto è cresciuto del 355% a 280,1 milioni di euro, mentre sui mercati esteri la società è tornata in utile (11,4 milioni) dopo la perdita di 3,7 milioni dello scorso anno. Le masse gestite sono salite del 13% a 50,8 miliardi di euro. La raccolta netta è positiva per 1,67 miliardi di euro.
Il management della società ha poi deciso di pagare un acconto sul dividendo di 10 centesimi per azione, più dei 7 cents dello scorso anno. Ennio Doris si aspetta importanti miglioramenti per i prossimi mesi per la quota in Mediobanca con il nuovo piano industriale. Secondo il numero uno di Mediolanum non serve un’integrazione tra Intesa SanPaolo e Unicredit, ma c’è un rischio scalata.