Secondo gli analisti finanziari di Société Générale, le banche italiane non sono un buon affare nonostante i risultati del primo trimestre dell’anno siano stati superiori alle attese. La banca d’affari transalpina invita gli investitori a stare alla larga dagli istituti di credito del Belpaese e a non farsi ingannare dalla recente diffusione delle trimestrali, in quanto la qualità del credito non sta affatto migliorando e la disoccupazione in Italia al 12% mostra come il paese sia ben lontano dall’uscita dalla recessione.
Il fatto che in borsa i titoli bancari abbiano messo a segno importanti performance lo scorso mese, facendo meglio dello Stoxx settoriale europeo, non va inquadrato come una possibile inversione di tendenza. Secondo SocGen il trend non è sostenibile e a seguito del re-rating le valutazioni raggiunte da molti titoli bancari sono ormai eccessive. Tuttavia il price tangible book value 2014 è ancora a 0,47 volte, ovvero con uno sconto del 29% rispetto ai competitor europei.
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Secondo gli esperti di SocGen, però, la redditività operativa della banca (espressa con il cosiddetto “Roteâ€, return on tangible equity) evidenzia un gap evidente con la media delle altre banche europee. Ad aprile il Rote si è ampliato a -45%. Da questo punto di vista le banche italiane trattano con un premio del 16% rispetto ai competitor continentali. Secondo la banca francese, questo trend non potrà continuare a lungo.
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Société Générale si aspetta che la redditività delle banche italiane sia solo del 6,6% nel 2015. Nel 2007 si viaggiava su livelli decisamenti più elevati, ovvero sopra il 20%. Secondo la banca transalpina, se si considera che ora il pil italiano mostra una decrescita dello 0,6% t/t, per tornare a un livello di Rote pre-crisi potrebbe servire un decennio. Tra le banche italiane SocGen preferisce Intesa Sanpaolo e Ubi Banca a Unicredit.