Microsoft ha una volontà : risollevare la sorte dei propri titoli azionari, crollati, da inizio anno, di quasi il 30%..
Ma come invertire l’attuale tendenza, peraltro generata da fattori non prettamente endogeni, e differenziarsi così dai propri concorrenti, la cui sorte non è certamente migliore?
È certo che qualche idea, Microsoft, ha dimostrato di averla. Innanzitutto approvando un piano di buy back da quasi 40 miliardi di dollari, che la compagnia leader mondiale del software vorrebbe portare al più presto a compimento, il che, tuttavia, significa comunque puntare lo sguardo al medio periodo.
Successivamente, il desiderio di incrementare il proprio dividendo, anche se non si sa di preciso l’ammontare che Microsoft ha intenzione di raggiungere con le sue nuove scelte.
Secondo la stampa, però, questo equivarrebbe a sottrarre all’autofinanziamento un numero di dollari che non può che essere considerato “rilevante”.
Non sappiamo quando e se Microsoft riuscirà a riportare la barca sugli stessi livelli di inizio anno. Recuperare il 30% del proprio valore significa compiere un gesto straordinario, che in un momento come questo tendiamo ad escludere.
Ma forse, più realisticamente, a Microsoft interessa dare un segnale forte. E un piccolo risultato, d’altronde, è già stato ottenuto: nel giorno dell’annuncio della nuova politica strategica, le azioni della compagnia hanno guadagnato l’1%.