Volatilità in aumento, ma investire conviene

Nonostante la volatilità, il mercato azionario rappresenta un solido appoggio ancora oggi. Le azioni sono eccellenti investimenti di lungo termine, e funzionano abbastanza bene nel breve. Conviene, dunque, investire?

Mercati, volatilità in aumento

Il 2014 è stato l’anno della crisi in Russia, del crollo del prezzo del petrolio, nonché l’anno in cui la Bce ha palesato le sue incertezze in termini di politica monetaria.

La volatilità dei mercati

Il 2014 è stato l’anno della crisi in Russia, del crollo del prezzo del petrolio, nonché l’anno in cui la Bce ha palesato le sue incertezze in termini di politica monetaria.

Piazza Affari occasione d’acquisto nel 2013?

Il 2012 è stato finora positivo per Piazza Affari, che si appresta a chiudere l’anno con un rendimento dell’8,2%. Tuttavia, il 2012 è stato vissuto sull’ottovolante, complice la grave crisi dei debiti sovrani europei che ha toccato con maggiore decisione la periferia del vecchio continente. L’Italia è stata spesso sotto l’attacco della speculazione internazionale, con lo spread ancora sopra 500 punti la scorsa estate e con il listino azionario FTSE MIB sui minimi di sempre. Solo da fine luglio scorso è arrivata la svolta, grazie alle forti dichiarazioni di Draghi a sostegno dell’euro.

Scaroni propone un’agenzia per stabilizzare il prezzo del petrolio

paolo scaroni

La volatilità del prezzo del petrolio è un tema che continua a preoccupare tutti e una proposta per risolvere questo problema, dannoso sia per l’economia che per i consumatori, arriva da Paolo Scaroni, l’amministratore delegato Eni che nel corso di un intervista rilasciata ad Affari e Finanza ha proposto di remunerare la capacità in eccesso e creare un’agenzia internazionale che monitori il mercato.

Nel primo semestre del 2009 il prezzo medio è stato di 50 dollari al barile, un prezzo che Scaroni ha definito “relativamente basso” ma che fa parte di un andamento che sta progressivamente causando un crollo degli investimenti soprattutto da parte dei paesi produttori, un segnale questo che lascia presagire una crisi petrolifera.