Nuova emissione bond Chrysler

Chrysler Group ha comunicato la regolarizzazione di operazioni di finanziamento per un totale di 5 miliardi di dollari che il gruppo ha adoperato per rendere anticipatamente la somma, comprendente gli interessi maturati e non pagati, dovuta a Veba Trust per l’obbligazione senior non garantita emessa in suo favore il 10 giugno 2009 per un importo nominale originario pari a 4,587 miliardi di dollari.

Il TBond statunitense spinge i tassi al rialzo

Le autorità che gestiscono le politiche monetarie manterranno gli attuali livelli dei tassi di interesse per favorire ancora la debole ripresa del ciclo economico? Gli investitori sono assillati da questo dilemma. 

Spread Bund Btp a livelli del 2011

Lo spread tra i titoli di stato italiani e gli omologhi titoli di stato della Germania, ha avuto in questi primi giorni del nuovo anno una forte diminuzione, ritornando ai livelli  visti nel 2011.

Fare soldi con i dividendi

botLe azioni di società che pagano un dividendo sono di solito una buona scelta quando si è alla ricerca di nuovi investimenti e, soprattutto, se il titolo resta nel portafoglio per un lungo periodo. Il rapporto tra il dividendo e il prezzo delle azioni è chiamato dividend yield e rappresenta la percentuale che la società decide di distribuire ai suoi azionisti al termine di ogni esercizio contabile, quale remunerazione del capitale investito. Si tratta di una misura molto importante, soprattutto se l’azienda dispone di enormi liquidità in cassa che il management deve decidere in che modo utilizzare: acquisizione di quote di mercato, investimenti in altre società o restituzione di una parte ai proprietari (azionisti) della società?

Uscire dai mercati azionari su rischio guerra in Siria?

Markets Drop Lower On Fears Of Unrest In Syria Prompting AirstrikesAi mercati non piace l’incertezza  e, probabilmente,  non vi è nulla di più volatile di uno scenario di guerra. Sopratutto se il teatro del conflitto è il Medio Oriente, in cui i potenziali effetti a catena e la paura di una possibile interruzione dell’approvvigionamento di petrolio potrebbero destabilizzare l’economia globale. La guerra è un evento da cui l’investitore medio può trarre profitto o, al contrario, rispetto al quale è necessario prepararsi adeguando il proprio portafoglio? E’ il momento di vendere e uscire dai mercati azionari?La crisi siriana è solo la scusa di cui il mercato aveva bisogno?

Mediobanca avvia buyback su bond per 2 miliardi

Mediobanca ha deciso di dare il via a un’operazione di buyback sui bond collocati presso i risparmiatori retail per un controvalore pari a 2 miliardi di euro. Il riacquisto volontario delle obbligazioni inizierà lunedì 11 marzo e terminerà il prossimo 3 aprile. L’istituto bancario di Piazzetta Cuccia ha intenzione di ritirare 9 bond dal mercato. Il buyback non supererà i 2 miliardi, ma ieri ai prezzi di mercato il valore nominale dei titoli ammontava a circa 7 miliardi di euro.

Titoli con maggiore potenziale di crescita

CorrierEconomia ha ralizzato un sondaggio in cui è stato chiesto a diversi esperti di indicare i titoli più interessanti per i principali settori delle Borse europee, un indagine in cui compaiono anche i titoli di numerose aziende italiane, tra questi Enel tra le utilities, Eni nell’energia, Fiat nel settore automobilistico e Generali in quello assicurativo.

Nel comparto alimentare regina assoluta è Nestlè, anche se Parmalat occupa una buona posizione, nel settore bancario il ruolo di leadership spetta a Hsbc, nel settore dell’Hi-tech si collocano ai primi posti la tedesca Sap e la finlandese Nokia mentre per il settore della telefonia sia fissa che mobile troviamo Telefonica.

Rating da neutral a sell per Mediaset e Pagine Gialle

Mediaset Pagine Gialle

Goldman Sachs prende di mira i titoli del comparto media e sceglie di penalizzare Mediaset e Seat Pagine Gialle portando da “neutral” a “sell” la raccomandazione sui titoli, stesso destino è toccato anche alla francese Lagardere.

Secondo gli analisti della banca americana la decisione pur essendo praticamente uguale per risultato è stata dettata da motivi diversi a seconda che si parli di Mediaset o di Pagine Gialle.

Telecinco e Prisa vicine ad un accordo

Telecinco

Secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa spagnola Mediaset e il gruppo spagnolo Prisa sono finalmente giunte ad un accordo per legare i rispettivi interessi televisivi, i giornali hanno citato fonti vicine alla vicenda e hanno aggiunto che l’annuncio ufficiale è imminente, potrebbe addirittura arrivare domani.

Sempre secondo voci non confermate ufficialmente l’accordo tra le due emittenti televisive avrebbe ad oggetto un legame tra Cuatro, canale di proprietà di Prisa, e Telecinco, controllata spagnola di Mediaset, nonchè la vendita di una quota che si aggira intorno al 20% della pay-tv Digital+.

Mercati instabili nel 2010, parola di Moody’s

Piazza Affari

All’indomani della notizia di un nuovo record per il debito pubblico italiano, che ha raggiunto quota 1.800 miliardi di euro, l’agenzia di rating Moody’s lancia l’allarme sul settore della finanza pubblica e del debito che nel 2010 avrà come conseguenza una forte volatilità dei mercati europei.

La volatilità dei mercati nel corso del prossimo anno, secondo l’agenzia di rating, sarà principalmente riconducibile al fatto che i principali paesi dovranno ritirare le misure di aiuto e di sostegno messe a disposizione delle banche, operazione questa che dal punto di vista della tempistica e della modalità di esecuzione rappresenta un grosso rischio, soprattutto per le economie avanzate.

Investire sui titoli bancari, escluso un ritorno sui livelli del passato

borsa

Per chi ha intenzione di investire in Borsa il consiglio degli esperti è quello di lasciar perdere il settore bancario, soprattutto se l’intenzione è quella di ottenere dei profitti in previsione di un forte recupero di questi titoli.

Secondo un’attenta analisi riportata dal Corriere Economia, infatti, a causa della crisi e delle sue ingenti conseguenze è molto difficile che ci sarà un ritorno agli investimenti su livelli di roe precendenti alla crisi, ovvero intorno al 20-24%. Sono in molti a ricodurrre il recente andamento dei titoli bancari alla volatilità dei mercati e alla crisi di Dubai ma un attento esame di quanto accaduto nell’ultimo anno mostra che non è assolutamente così.